Internamente, i due ingressi sono collegati da un ampio androne su cui si affacciano quattro ambienti, due per ogni lato, disposte simmetricamente una di fronte all'altra: la Sala di Apollo e Diana (vedi la relativa pagina), la Sala da Pranzo, la Sala Studio e la Cucina.
L'androne centrale prende luce dalle bussole vetrate e dalle semilune a vetri multicolori che sovrastano i due portoni d'ingresso, creando un piacevole gioco di luce che può ricordare quello che caratterizza le Sale degli Specchi di importanti palazzi rinascimenali e manieristi.
Il soffitto e la parte superiore delle pareti sono interamente affrescati; la volta a botte presenta motivi decorativi d’ispirazione settecentesca, notevoli nei particolari in finto stucco; le sedici lunette dei pennacchi laterali raffigurano altrettante allegorie legate alle attività rurali, commerciali ed artistiche della provincia parmense.
L’intero apparato decorativo è stato realizzato nel 1936 dal prof. Arnaldo Scaccaglia (insigne docente di prospettiva dell’istituto d’Arte “Paolo Toschi” di Parma e decoratore del teatro Regio di Parma), durante un intervento di restauro che ha sostituito l’antica decorazione, in parte mancante e in parte danneggiata, ridipingendo ex novo l’ambiente secondo i dettami del gusto del tempo.
Il preesistente ornato a soggetto mitologico era sicuramente legato al tema dell'ambiente collocato sul lato Sud-Est, la cui lettura risulta ora difficile mancando il contesto generale in cui era inserito, cioè un'importante parte del ciclo decorativo "mitologico" che, con tutta probabilità, caratterizzava la Villa e ne svelava il "mistero" iconologico.